Branding identity: come (ri)prende forma il brand
Branding identity: come (ri)prende forma il brand

Ripensare la branding identity
Fare un restyling di un brand e procedere con ridefinire la branding identity è un lavoro che non si esaurisce con un cambio di colore. Se il brand ha bisogno di rivedere il proprio posizionamento online deve pensare a come vuole farsi conoscere al meglio dal proprio target.
I motivi sono diversi: potrebbe avere la necessità di svecchiare un sito web, di dare un tocco più professionale al logo quindi di farsi trovare dai motori di ricerca. Un nostro cliente, The Traveller Chef, aveva tutte e tre queste necessità e così ha preso forma un progetto molto interessante che ha coinvolto ben tre di noi.
Ecco com’è andata!
Tutto è cominciato dal logo
Il primo segno di un brand è il suo logo. Quando un’azienda si affaccia sul proprio mercato, deve dare una forma visiva al proprio nome e fare un logo è una questione di cuore. Deve trasmettere l’identità del brand e se questo non si riconosce più nel logo è arrivato il momento di cambiarlo.
Questo non significa snaturare il brand, al contrario, vuol dire darle nuove linfa vitale. Proprio dalla volontà di migliorare la propria immagine è emersa la necessità di ridisegnare il logo di The Traveller Chef, che, pur nella sua semplicità, trasmette l’idea di un brand professionale ma moderno, così come è sempre stato.
Il logotipo identifica chiaramente il brand, non serve altro. Il payoff, invece, va a identificare l’attività su cui è focalizzato. In questo caso, il pittogramma non serviva.
Come spesso accade, sono le cose semplici le più efficaci e abbiamo puntato proprio in questa direzione.

Alberatura e struttura del sito web
Spesso si pensa che per fare il restyling di un sito web basti cambiare qualche colore, aggiungere del testo e inserire delle immagini aggiornate. Nulla di più sbagliato. Fare un restyling vuol dire creare un sito web ex novo, perchè altrimenti non sarebbe un restyling ma un aggiornamento di contenuti.
Rifare il sito web o salvare qualcosa? Lo abbiamo fatto anche noi!
Quando è consigliabile fare una cosa del genere?
- Quando il sito web è vecchio quindi non risponde a logiche di usabilità
- Quando il sito web non attrae traffico e/o ha bounce rate molto alti
- Quando l’azienda non si sente più riconosciuta in ciò che oggi è il sito web
Bisogna ripensare a tutto, persino alla sitemap. Bisogna mettere in discussione la struttura stessa del sito pensando a ciò che i clienti oggi si aspettano di trovare sul sito dell’azienda.
Se un sito web nel tempo ha attratto pochissime visite, si può addirittura usare nuove url (perchè non si sacrificano visite a tal punto da preoccuparsi di perderle) e tentare la strada dell’indicizzazione su long tail keyword o su parole chiave composte da più termini generici (così da crearne di più specifiche) o ancora “inventare” delle parole chiave (se le pagine identificano servizi molto particolari che si intende spingere online perchè siano conosciuti in quel modo).
Il sito di The Traveller Chef presentava diverse pagine prive di contenuto, che quindi abbiamo potuto unire in modo da offrire a utenti e motori di ricerca la possibilità di essere indirizzati su una sola pagina, esaustiva, completa ma precisa. Questo aiuta anche Google a non disperdere traffico.
Siamo partite dall’alberatura del sito, abbiamo definito il nome e i tag SEO di ogni singola pagina e sottopagina a seguito di un’analisi fatta con tool professionali e abbiamo dato una struttura di contenuti per pagine – modello.
Il passaggio successivo è stato quello di creare contenuti esaustivi ma non troppo ridondanti sui servizi – molto particolari ma specifici – dell’azienda. Come per ogni sito web, “il difficile” è stato scrivere seguendo le necessità dei motori di ricerca senza però scordarsi che i potenziali clienti sono persone in carne e ossa. Ma per fortuna la nostra Marianna ha i super poteri.
Il vestito del sito web: web design
L’occhio vuole la sua parte, la sua grande parte, quando si tratta di sito web. Il lavoro sui contenuti può essere vanificato da una grafica poco accattivante e poco attenta all’usabilità online. Ecco perchè siamo molto contente del risultato ottenuto con The Traveller Chef: l’utente può muoversi tra una pagina e un’altra seguendo un’idea iniziale, arrivando alla fine ad un servizio che rappresenta ciò che vuole.
Il design di un sito web però non è fatto solo di colori: anche in questo caso c’è da pensare a come appare ogni singolo elemento della pagina, dai bottoni agli slider. Noi partiamo sempre dalla Homepage: troviamo un visual che rappresenti il cliente e procediamo poi con le altre pagine.
Con The Traveller Chef abbiamo fatto un lavoro di questo tipo, trovando la forma grafica che supportasse al migliore dei modi i contenuti della Homepage quindi delle altre pagine.
Portare il target giusto sul sito web: gli investimenti Google Ads
Discorso valido per qualsiasi sito vada online: il traffico non cade dal cielo. Posizionare un nuovo sito vuol dire lavorare su Google Ads, perchè il solo traffico organico impiega tanto, troppo tempo per dare dei risultati.
Inoltre, investire sulle campagne di Google permette di capire anche qual è il target che è più reattivo e interessato all’offerta dell’azienda, grazie ai dati e alle statistiche che si estrapolano dalla campagna.
A maggior ragione se stiamo parlando di un restyling: nel caso in cui si sia lavorato alla branding identity, come abbiamo fatto per The Traveller Chef, bisogna capire se il nuovo sito web soddisfa di fatto le esigenze della clientela e per quale servizio.
Per questo motivo, è consigliabile partire mettendo in campagna la Homepage, su parole generiche ma non troppo, analizzando i dati come segugi degli Analytics e regolarsi di conseguenza. Come fa la nostra Barbara, a cui non sfugge neanche un CPC.
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Quante figure sono coinvolte nel rifare la branding identity?
Sicuramente a monte di un’attività di branding identity c’è un lavoro di strategia da fare. Nel nostro caso, abbiamo studiato il progetto per coinvolgere una terza professionista, una Web Graphic Designer, con cui abbiamo creato un piccolo team dedicato. Quindi, metti in conto di coinvolgere almeno 3 persone: una Content Manager, una Web Graphic Designer e una Social Media Manager. Nella nostra squadra ci sono tutte e 3!
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