Scrivere un articolo SEO

Scrivere un articolo SEO

Scrivere un articolo SEO

Cosa vuol dire scrivere un articolo per la SEO

Quando si tratta di scrivere un articolo SEO parliamo di un’attività che ha poco di magico e molto di strategico. In generale, scrivere per il web vuol dire fare i conti con la destinazione d’uso: scrivere i testi per un sito web è un conto, farlo per un post social un altro ancora e gli articoli di un blog hanno anch’essi una logica propria che devono tenere conto del modo in cui noi leggiamo e perchè.

Sono proprio gli obiettivi a guidare la stesura di un articolo per la SEO: non si scrive mai un testo fine a sé stesso, deve esserci uno scopo finale, che può essere:

  • migliorare la brand awareness (ti dimostro che ne so offrendoti contenuti informativi)
  • far conoscere il proprio ecommerce (ti do una panoramica di prodotti sottoforma di consigli di acquisto argomentati e il meno markettari possibile)
  • spingere l’acquisto di un prodotto o una categoria (ti spiego cosa puoi fare con un prodotto o come sceglierne uno di una categoria)
  • etc

Per scrivere un articolo destinato ad un blog devi tenere conto certamente di questioni tecniche che hanno a che fare con il posizionamento sui motori di ricerca, senza però dimenticarsi che ci sono delle persone che devono leggere il testo, oltre ad un algoritmo,

In questo articolo ci concentreremo su come scrivere un articolo SEO che aiuti i motori di ricerca a indicizzarlo nel miglior modo possibile.

Attenzione

Le indicazioni che troverai in questo articolo da sole non bastano a posizionare un testo in prima pagina su Google. Ci sono diversi fattori da tenere in considerazione, come:

  • notorietà del blog (se è già posizionato, i testi impiegheranno meno a posizionarsi a loro volta)
  • campagne a supporto (se metti l’articolo in campagna su Google Ads, spingi il posizionamento ma 10 euro di investimento non bastano)
  • strategia di pubblicazione (un solo articolo non basta, ci vuole una strategia che contempli link building e un calendario editoriale costante)

L’analisi preliminare delle keyword

Il calendario editoriale di un blog comincia da un’analisi precisa e puntale delle parole chiave. Anche quando l’argomento è ben definito o nel PED sai esattamente cosa inserire, non devi dare per scontato che le persone 

  1. siano interessate a quello che vuoi dire
  2. cerchino quell’argomento così come l’hai in mente

L’analisi delle parole chiave ha quindi un duplice scopo: trovare gli argomenti che in quel momento sono effettivamente cercati sui motori di ricerca e individuare le parole precise con cui gli utenti le cercano.

Usando strumento come UberSuggest, SEOZoom o SEMRush, per esempio, puoi avere una panoramica di entrambi, andando molto nel dettaglio. 

Cosa devi valutare?

  • Volume, ovvero quante persone cercano nel mese una parola chiave (che solitamente è composta da almeno due parole) – un valore numerico da 0 fino a centinaia di migliaia
  • CPC, il costo che gli altri stanno sopportando in quel momento per mettere in campagna quella parola – un valore espresso in euro
  • Difficoltà di posizionamento, che può essere distinta in organica (quanto ci vuole perchè normalmente quella parola si posizioni da sola, organicamente) e a pagamento (legata alla competizione attualmente presente su quella parola messa in campagna) – un valore solitamente da 0 a 100

Ogni tool online offre parametri diversi, ma solitamente questi sono sempre presenti.

Per ogni articolo devi scegliere una parola chiave principale che dovrai inserire nel titolo, nll’H1 dell’articolo, nell’alt dell’immagine principale e con la maggiore densità possibile nel testo (rendendolo però naturale).

Come si sceglie la parola chiave?

La parola chiave con un volume significativo, un CPC basso e una difficoltà di posizionamento – organica o a pagamento –  più bassa possibile è la vincitrice. 

Considera anche le keyword a coda lunga, ovvero un termine di ricerca costituito da più parole (tre o più) conosciute anche come parole chiave long tail o long tail keyword. Sempre più utenti usano la ricerca vocale e noi per natura non siamo ancora pronti a fare ricerca con questa modalità semplificando i concetti. Facci caso: se devi chiedere ad Alexa quale ristorante è aperto nella tua zona, glielo chiederai proprio così. Non ti ci vediamo a chiedere “ristorante aperto Milano”, giusto?

La divisione del testo

Veniamo quindi alla scrittura dell’articolo. ll nostro consiglio è quello di definire la struttura lavorando ad un file (noi usiamo Google Drive) prima di caricarlo in piattaforma. Un po’ come si faceva a scuola con il tema: se avevi un’idea vincente, ti conveniva stilare prima un indice di argomenti, altrimenti ti ritrovavi a 5 minuti dalla consegna con un testo non finito e che non riuscivi a finire in tempo e con logica.

Scelta la parola chiave principale, questa dovrà essere presente:

  • nel titolo
  • nell’H1 del testo
  • negli H2 quindi nell’indice, se previsto, in ogni punto
  • nell’alt dell’immagine principale 
  • nei parametri SEO come title e description

Ovviamente la parola chiave principale deve ricorrere nel testo dell’articolo più spesso possibile, ma qui comincia il difficile. Ricordati che l’articolo deve essere letto da un utente reale, che deve trovarlo ingaggiante e naturale allo stesso tempo. Quindi, fare una carrellata di ripetizioni stufa e potrebbe farlo scappare. La capacità di un Copywriter sta proprio qui, nel riuscire a bilanciare questioni di tecnica a questioni di cuore.

Nel ripetere la parola chiave principale, puoi ovviamente usare anche le preposizioni, perchè Google le vedrà comunque senza penalizzare l’articolo. 

Immagini

Anche le immagini fanno parte di un articolo, anzi, si può dire che spesso rappresentano l’elemento che cattura l’attenzione e porta al clic. Proprio perchè anche i media contribuiscono al posizionamento di un articolo, è importante ricordarsi che devi lavorare anche sui loro parametri per la SEO

L’alt dell’immagine è uno di questi, ovvero un elemento interno del tag <img> che serve per fornire un testo alternativo in caso di non disponibilità dell’immagine stessa. In WordPress puoi inserirlo nel momento stesso in cui carichi la foto o la grafica, prima di confermarne l’inserimento: lo trovi come “testo alternativo”.

Ricordati bene

L’immagine che carichi deve essere rinominata correttamente, cioè il suo nome stesso deve contenere la parola chiave che poi andrai a inserire nell’alt. Questo vale per tutte le immagini, persino gli screenshot e separa le parole con i trattini (niente immagine123.jpg, in pratica ma immagine-cane-domestico.jpg sì).

Un altro parametro a cui prestare attenzione è l’attributo title, cioè quelle parole che compaiono all’utente quando passa sopra il mouse. Quindi, a differenza dell’attributo alt, viene sempre mostrato all’utente e non solo nel caso di assenza o non caricamento dell’immagine. Dal punto di vista SEO l’attributo title deve essere diverso dall’attributo alt e aggiungere ulteriori informazioni relative all’immagine.

Infine accenniamo al formato immagine. Le immagini devono essere ottimizzate prima di essere caricato a corredo dell’articolo, in quanto sono più facili da scansionare e indicizzare. Più veloce è il tuo sito web, più è probabile che si posizioni meglio nelle SERP. 

Hai sentito sicuramente parlare di immagini webP, che sono migliori perchè offrono file di dimensioni minime possibili con la massima qualità. Il problema è che attualmente i browser che supportano questo formato sono Google Chrome, Opera, Mozilla Firefox e Microsoft Edge. Considerato che Safari è il secondo browser più popolare dopo Google Chrome (soprattutto per i dispositivi mobili), potrebbe non essere la scelta migliore per fornire contenuti visivi in ​​modo affidabile.

I jpg sono più piccoli del png, sia nel peso che nella qualità. Ma basta trovare il giusto compromesso e ottimizzare la propria immagine nell’ordine dei KB e non dei MB.

Link interni ed esterni

All’interno di un articolo di blog non dimentichiamo che devono essere presenti dei collegamenti interni ed esterni. I collegamenti rappresentano infatti un fattore di posizionamento per Google, che valuta la qualità di un documento anche dal numero e dal tipo di link ipertestuale. I collegamenti interni ad altri articoli servono sia a mantenere l’utente sul tuo sito (aumenta il tempo di navigazione quindi più punti per te) sia a posizionare al meglio l’intero blog (perchè Google rileva che c’è traffico al suo interno e che gli utenti spendono il loro tempo al suo interno).

I collegamenti esterni invece vanno a definire un’attività di link building, di costruzione cioè di una rete di collegamenti che portano al tuo sito. La qualità e quantità dei link sono ancora oggi i parametri principali che Google usa nel suo algoritmo per decidere l’authority di una pagina web. Attenzione però che questi siano collegamenti di valore: quanto più sono importanti i portali che ti portano un link, tanto più alto sarà il punteggio che Google darà al tuo testo (e al tuo sito).

Chi scrive un articolo per la SEO

Ci sarebbero tante altre cose da dire su questo argomento, ma non vogliamo spoilerare i segreti di Marianna, la nostra Copywriter che di testi ed articoli ne ha scritti centinaia. É proprio questa figura ad occuparsi della scrittura di un articolo SEO, dall’analisi iniziale al suo caricamento in piattaforma. Diffida dalle imitazioni: articoli ottimizzati richiedono professioniste qualificate!

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