Grafica newsletter: 5 consigli pratici

Grafica newsletter: 5 consigli pratici

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Diamo peso alla grafica newsletter

Quante e-mail si ricevono tra Black Friday (che ormai è diventata Black Week), Cyber Monday, Natale e Capodanno? Davvero tantissime. La fine dell’anno è un periodo di intense cancellazioni di e-mail ed è sempre più complicato per le aziende catturare l’attenzione di un utente. Cosa si può fare? Sicuramente investire tempo e sforzo creativo nella grafica newsletter.

Tuttavia ci sono tante convinzioni sbagliate su questo tema: non bastano colori sgargianti, ci vuole, come tutto ciò che è grafico e online, gusto estetico e competenze sulla user experience, per evitare abbandoni o peggio cancellazioni da database faticosamente costruiti nel tempo.

Proviamo allora a dare 5 consigli pratici sugli elementi che meritano una ragionata vera per una grafica newsletter accattivante e acchiappa clic.

Colori che acchiappano

Il primo aspetto che colpisce la nostra attenzione quando apriamo una e-mail è l’insieme dei colori che si alternano tra header, testo, bottoni e immagini.

I graphic designer, quando si parla di online ma anche di newsletter, sanno bene che non è tanto importante un determinato colore, quanto il contrasto tra questi colori, che renda leggibile il contenuto in coerenza con lo stile. Il classico bianco e nero è certamente il contrasto standard tra i più usati. Questo non esclude però la possibilità di usarne altri, anzi.

Ci sono tanti elementi in una newsletter, a partire dalla header (l’intestazione) che è un ottimo elemento su cui puntare per dare un po’ di vivacità. Del resto, l’uso del colore dà un messaggio complessivo e certo bisogna considerare anche l’immagine coordinata del marchio. Se il brand ha un logo blu, ad esempio, una newsletter che punti sui toni del rosso o del verde potrebbe risultare stonata (o darci l’impressione che c’è qualcosa che non va).

Quindi: header colorato e o fotografico, corpo newsletter su fondo bianco e scritte in nero e chiusura colorata è sicuramente un’opzione che quantomeno favorisce la leggibilità (e una buona prima impressione).

Font che si fanno leggere

Il testo ha una sua identità visiva che passa dal font. In generale, consigliamo di usare i caratteri graziati (come Georgia e Verdana) quando ci sono pochi blocchi di testo con molte immagini mentre, nelle email con tanto testo, puoi concederti l’uso dei font senza grazie, come Arial e Helvetica.

Ecco dunque 3 regole chiave per ragionare sul font del testo:

  1. usa lo stesso font per titoli e corpo (dà semplicità e chiarezza alle email) mentre per differenziare le diverse parti del testo usa elementi come spaziature, dimensioni e formattazioni. Il consiglio è di (almeno) raddoppiare il corpo carattere dei titoli rispetto al corpo dell’email, spaziandoli bene per migliorare la leggibilità;
  2. per ottenere un effetto a contrasto molto raffinato è possibile alternare un font bastone nel corpo della mail con un graziato nei titoli. Unico accorgimento: non usare due font “forti” ma alterna un carattere ornato e protagonista con uno più sobrio e discreto;
  3. utilizza font standard per i blocchi di testo e inserisci il font non standard nelle immagini, se ne vuoi usare di particolari e originali.

GIF o non GIF?

Perchè usare le immagini quando abbiamo a disposizione quella assurda invenzione che sono le gif? Contrariamente a quello che potresti pensare, le gif non ritraggono solo reazioni e non fungono solo da abbellimento simpatico. Possono essere create gif ad hoc per presentare un prodotto, fornendo più informazioni rispetto alle immagini statiche (ad esempio presentando più colori dello stesso prodotto in un’unica immagine).

via GIPHY

Si tratta di animazioni, che puoi usare sia per coinvolgere maggiormente i tuoi utenti (e qui entrano in gioco le classiche gif scherzose) sia per dare delle informazioni utili (creandone di tue a partire da immagini a tua disposizione).

Inoltre, lo sapevi che se inserisci una GIF accanto a un pulsante sarà più probabile che il lettore clicchi? L’occhio è naturalmente attratto dal movimento, quindi attirando l’attenzione su aree strategiche con immagini in movimento, si incoraggiano i clienti a cliccare sulla call to action.

Collegamenti di spessore

Una newsletter in senso lato si invia per dare delle informazioni e contenuti interessati ma non è fine a sè stessa. Presenta infatti al suo interno dei collegamenti che portano altrove: allo shop nel caso degli e-commerce (o pagine specifiche di prodotto), ad articoli per un blog o ai canali social. Il clic su una call to action lo si ottiene se questo bottone, oltre ad avere un testo che invogli a scoprire di più, è in evidenza.

Devi contestualizzare quindi i bottoni in base al resto, per emergere un bottone deve essere inserito in un contesto neutro dove risalti. Scegli un colore che contrasti o sia in evidenza rispetto allo sfondo e ridimensiona il pulsante in modo che sia facile da individuare ma non invadente nel contesto dell’email. Allo stesso modo assicurati che il carattere sia sufficientemente grande e di facile lettura ed evita sfumature, bordi e ombre vecchio stile.

Qualche chicca che deriva direttamente dal neuromarketing:

  • l’arancione e il rosso pare trasmettano autorità e nello stesso tempo l’urgenza di “fare” qualcosa
  • il giallo di solito è preferito da un pubblico più giovane, performante in particolare nel contesto della ristorazione
  • il nero è sinonimo di eleganza e di prestigio e per questo usato soprattutto nel settore luxury (ma su sfondo bianco)
  • il blu, che da sempre è sinonimo di sicurezza e affidabilità, viene usato da aziende che devono trasmettere queste sensazioni (sanità, banche)

Chiusure non definitive

Il footer è la parte finale di una newsletter, solitamente una fascia a cui si presta poca attenzione. Eppure è uno spazio che può essere utilizzato per dare informazioni di valore o addirittura obbligatorie (tipico caso: il link per disiscriversi dalla newsletter). Inoltre, i lettori si aspettano di trovare in quest’area dell’e-mail i dati del mittente e altre informazioni essenziali sull’azienda con cui stanno dialogando, quindi perchè non darle una sua dignità grafica?

Il colore di sfondo potrebbe riprendere quello usato nella header (ma occhio alla questione dei contrasti se inserisci del testo) oppure un secondo colore neutro coerente con il tuo brand (con il logo o il colore usato nel tuo sito) e ovviamente con gli altri elementi.

Tieni conto infatti che qui solitamente trovano posto:

  • i dati di contatto (sito, casella e-mail diretta, ragione sociale, indirizzo, etc…)
  • i bottoni per i Social Media
  • l’informativa sulla Privacy
  • il Permission Reminder (messaggio sul perché dell’invio a chi riceve la comunicazione)
  • il link di disiscrizione

Per fare una newsletter, ci vuole un grafico

É importante fare disegnare qualcosa di bello a chi del bello ha fatto una filosofia di lavoro. Newsletter belle non nascono da sole nè spuntano da sotto i tasti, ma richiedono analisi accurate del brand e dello stile di comunicazione. Per fortuna noi abbiamo la nostra Deb che se ne occupa!

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