Landing page e sito one-page sono due cose diverse: ecco perchè

Landing page e sito one-page sono due cose diverse: ecco perchè

landing page e one page
“Mi serve una sola paginetta, niente di complesso.”

Va bene, ma una paginetta per fare cosa? Lo sapevi che hai due possibilità e puoi scegliere tra una landing page e una onepage? Sono due cose diverse che purtroppo in tanti confondono. L’una non richiede meno lavoro dell’altra ed entrambe prevedono il coinvolgimento di più professionisti, perchè sia garantito un risultato professionale. Noi non siamo one woman show e non ci piace lavorare improvvisando competenze che non abbiamo.

Cos’è una landing page?

Landing page significa letteralmente “pagina di atterraggio”, solitamente si tratta di una pagina web appositamente realizzata per catturare i dati di un visitatore attraverso un apposito modulo (form). I visitatori arrivano su questa pagina da una fonte esterna, che può essere una campagna Google Ads o una Facebook Ads, su cui hanno cliccato una call-to-action.

Su questo tipo di pagina, i visitatori troveranno un modulo da compilare dove potranno lasciare i loro dati (solitamente nome e email, ma i più coraggiosi chiedono anche il numero di telefono e altri dati) per ricevere un’offerta commerciale, un contenuto esclusivo o più in generale un lead magnet.

L’obiettivo di una landing page, quindi, è quello di cercare di diminuire al massimo la frequenza di rimbalzo, ossia il numero di utenti che abbandonano quella pagina, e di conseguenza aumentare il numero di persone che compilano il form di contatto. Ecco perchè nella landing page non devono esserci link esterni, nè al tuo sito web nè ai tuoi canali social, perchè disperderesti traffico importante.

Dal momento che lo scopo di una pagina di questo tipo è lasciare un contatto, tutti i contenuti devono essere curati nei dettagli, dal titolo ai testi fino alle immagini o ai video, senza dimenticarsi delle call-to-action. Il titolo deve essere chiaro e conciso e il testo breve e con punti elenchi per invogliare la lettura. Il layout deve essere responsive, quindi la landing page deve essere perfettamente navigabile anche dai dispositivi mobili.

Il protagonista della landing page è il form di contatto. Re indiscusso del regno della conversione, nel form di contatto si trovano dei campi compilabili dove il visitatore lascia alcuni suoi dati. Questi dati devono essere memorizzati su un tool di email marketing, creando una lista apposta che ti consenta di capire la loro provenienza originaria e puoi ricevere una notifica ad un indirizzo di posta elettronica ad ogni compilazione del form. Non esiste landing page senza form di contatto, altrimenti potrai avere tutto il traffico che vuoi ma non potrai convertirlo in una lista di contatti. Senza un form di contatto, il percorso di conversione è incompleto.

Tuttavia presta attenzione ad inserire, poco prima della call-to-action, i flag di contatto corretti per avere il consenso dei tuoi utenti, altrimenti non ti sarà possibile in seguito continuare ad inviargli informazioni utili o promozionali tramite checkbox (e non scordare di mettere un link alla tua privacy policy).

La difficoltà in una landing page sta proprio in questo importantissimo blocco, perchè le persone sono sempre più restie a lasciare i propri dati, consapevoli che dal quel momento riceveranno chissà quante email. Per cui devi offrire un motivo valido per avere i dati degli utenti. Qui arriva l’erede al trono, il lead magnet! Un contenuto “premium” che regali in cambio dei dati. Si cosa si tratta? Ecco qualche esempio:

  • un webinar
  • un ebook (o meglio, una parte)
  • una prova gratuita
  • un codice sconto
  • un’infografica

Quando un utente richiede il lead magnet, questo viene inviato automaticamente per e-mail immediatamente dopo la compilazione del form.

Attenzione al double opt-in
Per evitare che le persone inseriscano una mail fittizia, consigliamo di prevedere un’azione di double opt-in, ovvero uno step intermedio tra la thank you page e la mail con il lead magnet. A form compilato, invia una mail con un link di conferma: in questo modo se le email inserite sono fasulle il lead magnet non potrà essere scaricato, tu avrai nella tua lista solo email reali che potrai usare per future comunicazioni.

E… una one page allora?

Un sito onepage è un sito vero e proprio che però presenta una navigazione interna. Nella prima versione del nostro sito, ad esempio, se avessi cliccato su una voce di menu saresti stato indirizzato ad un blocco specifico di quella stessa pagina (fatta eccezione per questo blog, che richiedeva – volutamente – una pagina a sè). In pratica la navigazione funziona per ancore.

A differenza della landing, qui i collegamenti esterni sono i benvenuti, perché si tratta di un vero sito web, che però non ha una complessità tale da richiedere una navigazione in pagine autonome e sottopagine di II livello.

Quando può essere utile una onepage?

  • Quando devi presentare sinteticamente un progetto
  • Quando vuoi presentare un portfolio come professionista
  • Quando il tuo business riguarda un solo servizio che non necessita di particolari approfondimenti
  • Quando puoi comunicare in una sola pagina il tuo brand

Come è strutturata una onepage? In blocchi. Come accade sui siti normali, c’è una header, con un’immagine, un video o un’animazione (come nel nostro sito) di presentazione, cui seguono:

  • blocco Chi siamo/Chi sono
  • blocco Servizi (fascia orizzontale con icone e brevi testi descrittivi)
  • blocco Testimonial (recensioni)
  • blocco social (un feed in aggiornamento collegato ad un account social con gli ultimi post inseriti)
  • blocco contatti (un form di contatto e/o contatti in chiaro)

La fonte del traffico: devi fare atterrare gli utenti sulla tua pagina

Una cosa in comune queste due tipologie di pagine ce l’hanno: la necessità di portare traffico da una fonte esterna. Una pagina web richiede del tempo per essere indicizzata da Google e nel caso di una pagina singola queste tempistiche si allungano ancora di più di un sito “normale” con navigazione su più pagine o meglio ancora di un blog, perchè non ci sono contenuti dinamici che Google valuta positivamente nel dare visibilità alle pagine web. Ecco le due strategie possibili:

Ad ogni fonte la sua landing

Per tenere correttamente traccia del traffico su una landing, solitamente se ne crea una per fonte. Quindi una landing per una campagna Google Ads, una per Facebook, una per Instagram e così via. Questo è funzionale a verificare quale canale registra le performance migliori e ovviamente i contenuti devono tenerne conto. Chi proviene da Google ha utilizzato delle parole chiave e si aspetta una navigazione coerente con il percorso di provenienza. Così come chi proviene da Facebook, più incline a seguire un contenuto visivo, fotografico o video, deve atterrare su una pagina responsive che ne tenga conto.

Ad ogni fonte i suoi tempi

In mancanza di budget, l’alternativa è utilizzare le fonti a tempo. Quindi, ad esempio, possiamo attivare una campagna Google dal giorno 1 al giorno 10, una campagna Facebook dal giorno 10 al giorno 20 e infine un richiamo nei post Instagram con link in bio dal giorno 20 al giorno 30. In questo modo, analizzando gli Analytics installati sulla landing page o sulla one page vedremo quale degli investimenti ha prodotto più risultati.

Le figure coinvolte nella creazione di una landing o di una onepage

Sviluppare una landing page non richiede un paio di ore, come erroneamente credono in molti. Durante una telefonata, un nostro possibile cliente (non lo è diventato), di fronte ad un’indicazione di budget e di tempistica di una settimana (che ti assicuriamo è molto poco) ci è stato detto “ah, così tanto? Mi hanno detto che ci vuole mezza giornata”.

Al di là del fatto che non sappiamo chi si fosse sbilanciato tanto a prevedere una mezza giornata di lavoro, diversi tool online, compresi quelli di email marketing come Mail Chimp, consentono in effetti di creare in autonomia una landing page, in drag & drop, ovvero semplicemente trascinando degli elementi a partire da template pronti e preimpostati. Noi non lavoriamo in questo modo.

Una landing page richiede analisi, ricerca creativa e supporto tecnico al pari di un sito vero e proprio. Per non parlare di una onepage, che serve a presentare in modo avvincente un brand, un prodotto o un servizio in una sola pagina. Ecco perchè per realizzare queste tipologie di pagine noi ci avvaliamo di:

  • una content manager, che definisce i contenuti che dovranno essere presenti al suo interno
  • una web graphic designer, che fa una ricerca per identificare un tema WordPress che meglio si presta per settore e tipologia di
  • contenuto da veicolare e disegna la pagina in ogni dettaglio
  • uno sviluppatore che replica quello che detta la grafica e installa Analytics, Yoast e tutti i plugin necessari per il buon funzionamento della pagina
  • una social media manager, che individua le fonti di traffico corrette e la strategia migliore per fare lead generation

Questo fa alzare il prezzo? Sì, certo (ma in tutta trasparenza solitamente il costo oscilla tra le 900 e le 2000 euro, a seconda della complessità, quindi non parliamo di investimenti da 10.000 euro). Tuttavia aumenta anche la qualità e questo sul web fa la differenza quando un utente vi atterra e percepisce al volo se è meritevole della sua attenzione. Ti assicuriamo che l’utente web ormai è “sgamato” al punto tale da capire se una pagina è il risultato di un’accozzaglia di blocchi o di un brand che tiene alla propria immagine.

Ti serve una landing page o una onepage?

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